martedì 17 giugno 2014

alcuni cenni al piano di studi della terza classe nelle scuole Waldorf


alcuni cenni al piano di studi della terza classe nelle scuole Waldorf

scuole Waldorf

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Il compito dell’educatore si trasforma e si configura in modi diversi secondo l’età del bambino:

 

Ø   nel primo settennio compito dell’educatore è il Plasmare

Ø   nel secondo settennio il Vivificare

Ø   nel terzo settennio il Destare

 

 

La facoltà che nell’educatore dà la possibilità di plasmare è l’amore per la Verità, è una grande Moralità.

La facoltà che nell’educatore dà la possibilità di vivificare è la capacità immaginativa.

La facoltà che nell’educatore dà la possibilità di Destare è la sua coscienza, la forza del suo Io.

 

Ora, vogliamo prendere in considerazione il programma per la terza classe.

 

Il programma per la terza classe, che accoglie bambini di nove anni impegnati nell’importante passaggio del Rubicone, prevede una svolta rispetto ai primi due anni della scuola dell’obbligo.

Durante il secondo settennio, che, come sappiamo, va dai 7 ai 14 anni, la crescita del bambino prevede due svolte: l’una del nono anno e l’altra del dodicesimo.

In terza classe, quando il bambino di nove anni, non più sognante ormai posa i suoi occhi su se stesso e sul mondo e alla sua forza di imitazione si sostituisce la forza della meraviglia, il piano di studi prevede una prima apertura a ventaglio delle materie di studio.

Il piano di studio delle scuole Waldorf, relativo agli otto anni della scuola dell’obbligo, non a torto, è stato paragonato ad un albero: esso infatti ha già nel tronco tutti gli elementi che via via svilupperà aprendo un po’ per volta, anno dopo anno, i suoi rami e ramificando sempre più. Mano a  mano che il bambino cresce, crescono con il crescere delle sue facoltà di comprensione del mondo le materie di insegnamento e si vanno configurando in modo sempre più dettagliato.

Ad esempio: nella musica, dopo i nove anni, si passa dalla pentatonica alla diatonica, poiché se è vero che il bambino può ascoltare e persino imitare qualsiasi tipo di musica, è altrettanto reale e vero che il tipo di musica di cui la sua anima ancora allo stadio della prima infanzia possa fare esperienza è solo quello della musica pentatonica.

Così nell’attività dell’acquerello secondo la teoria dei colori di Goethe, nella quale il bambino è guidato fin dall’asilo, solo ora, dopo il nono anno si passa dal colore alla forma, la forma comunque sempre nata dal muoversi del colore.

 Così nel disegno di forme si passa ora dalle simmetrie, -verticali, orizzontali, incrociate – alle forme più libere rispetto al centro ma che abbiano elementi di corrispondenza tra interno ed esterno, che si aprano e si chiudano, in modo che nel bambino sorga il sentimento di una legge interiore in base alla quale alla linea che si restringe corrisponde, all’interno, una linea che si allarga, si apre.  Così nell’educazione fisica: ora che il bambino di nove anni è inserito nell’elemento spazio tempo, lo si può introdurre agli esercizi di vera e propria educazione Fisica.

 Ogni classe, pur portando avanti e materie fondamentali, ha delle materie portanti: le cosiddette materie cardine per anno.

Le materie cardine della terza classe sono: Ambiente, Casa,  Agricoltura, Mestieri primordiali.  

 Ora infatti che il bambino non s’identifica più con gli elementi della natura, con la luna e con le stelle…né con gli animali,con il leone e il gatto, con il cane e il grillo…. tanto per fare esempi.  Chi infatti non ha nei suoi ricordi la felice facoltà imitativa di un bambino che fa la voce del cane o altro? Ora che il bambino guarda al mondo come fosse la prima volta, lo si conduce con mano amorevole alla sua conoscenza, condividendo con lui la meraviglia e la gioia della scoperta. Ed ecco che si guarda insieme a terra aria vento pioggia nubi neve, ai cicli della natura, alle intime connessioni tra le piante gli animali l’uomo, al tessere e al mutuo scambio nel mondo tra gli esseri tutti e gli elementi e il bambino, se ben guidato, scopre il principio di interconnessione vitale tra mondo minerale, agenti atmosferici ed esseri viventi, i rapporti reciproci di interdipendenza tra questi stessi, come ad esempio tra piante e animali. Dalla piccola goccia di rugiada al minuscolo lombrico si manifesta la vita “sociale” del mondo!

 Grande azione educativa!

Non definizioni a memoria,  ma osservazione diretta, illuminata dalla viva “sapienza” dell’adulto che mostra, che guida, l’esplorazione!

Gli elementi, i ritmi cosmici, i comportamenti naturali degli esseri viventi, dalle piante agli animali e all’uomo stesso sono rassicurante prova di amore e socialità nel mondo, dove tutto ciò che tramonta o muore preclude ad un nuovo sorgere e ad un nuovo nascere.

Il bambino di terza classe fa l’esperienza dei mestieri primordiali: lo si conduce dal fabbro, dal falegname, dal sarto, dal pastore, …. Egli stesso ara, semina, falcia il grano seminato, lo riduce in farina, ne fa il pane e lo divide e ne porta un pezzetto a casa propria. Il bambino costruisce un muro, una piccola casa, una fontanella in muratura…

Egli, come Caino, comincia la sua vita sulla terra dai primordi… Ma, mentre il maestro lo conduce attraverso queste esperienze pratiche, lo conduce pure alla scoperta di tante cose sui mestieri! Allora si vedono questi bellissimi quaderni, che sono come dei diari di bordo, crescere in bellezza con i loro disegni colorati di bambini che lavorano, di attrezzi primordiali … e s’imparano tanti, tanti termini nuovi!

 E’una sensazione molto bella per l’insegnante sentire che i piccoli ora, quando parlano tra loro, usano con grande precisione parole come scalpello, succhiello, punteruolo….

I mestieri primordiali sono di tre tipo:

Ø   attinenti alla nutrizione: contadino, ortolano, mugnaio, panettiere, vergaro, fornaio..

Ø   attinenti al vestire: sarto, calzolaio, tessitore, filatore..

Ø   attinenti all’abitare: muratore, falegname, carpentiere, fabbro…

Il contadino che lavora la terra rendendola fertile è come il sacerdote che compie il “sacro gesto” della semina, da cui nasce l’alimento della vita.

Il mugnaio che schiaccia e sminuzza, rendendo il chicco farina è come l’uomo che non si accontenta di accogliere la cosa così com’è, ma vi riflette e vi lavora per poterne trarne il meglio il di più.

Il fabbro che forgia il ferro è come colui che usa la forza di volontà per piegare le difficoltà.

 Il muratore è l’immagine archetipica dell’incarnazione: l’essere incarnato che lascia il mondo d’oro, il paradiso terrestre, per vivere quello terrestre: l’Adamo .

 Così, facendo sperimentare tutto questo al bambino, lo si accompagna con reale e profondo sentire morale al suo ingresso nella vita terrestre.

Ripercorrendo con la memoria l’intensa attività pedagogica della terza classe, mi viene in mente che la semina fu un momento di grandissima emozione.

Si era lavorato molto sull’argomento inerente ai cicli, al suolo, ecc si era giunti a buon punto col racconto biblico, si era raccontato veramente tanto, si era confezionato per ciascuno una piccola sacca dove mettere il seme e si era parlato del gesto del seminatore…. Si era imparata a memoria la poesia I seminatori di Gabriele D’Annunzio (a nove anni l’insegnamento linguistico assume connotazioni nuove e all’elemento ritmico si aggiunge l’elemento plastico)…insomma si era preparato con cura tutto. I bambini, ciascuno con la sacca che si era confezionata con le proprie mani a tracolla, contenente il prezioso seme, uscirono dall’aula in quella mattinata di sole in fila, silenziosissimi. Arrivati di fronte al pezzettino di terra che essi stessi avevano arato, con gesto antico e con ritmico canto come tanti piccoli sacerdoti lanciarono i semi nei solchi.

Un di loro pianse di commozione.

 

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" Nel secondo settennio il bambino è soprattutto artista. In questo secondo settennio, nella parte organica, si sviluppano i rapporti tra circolazione e nutrizione, circolazione e respirazione, dunque il ritmo, la parte ritmica, assumono nella sua educazione un ruolo di grande importanza. Lo sviluppo naturale di questo ritmo fa del bambino un artista. La stimolazione di queste forze ritmiche, che stanno crescendo in lui, è ciò che si deve fare. Per cui non dobbiamo imporgli l'intelletto ma dovremmo suscitarlo!”

 

 

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 nella pedagogia di Rudolf Steiner e nel conseguente piano di studi che prevede una didattica ed un metodo in accordo con la stessa, si distinguono, all'interno del secondo settennio, dai 7 ai 14, anni tre momenti:

quello dei 7,

dei 9,

dei 12 anni,

momenti che coincidono con salti di crescita e di trasformazione del bambino, tali da imporre dei mutamenti anche nell'azione pedagogica a lui rivolta e nell'insegnamento a lui proposto.

Non che gli anni intermedi non presentino caratteristiche proprie, degne di essere rilevate, ma queste sono da vedere più come i primi segni di ciascuna delle suddette trasformazione che vanno preparandosi nel bambino.

 

 Prima di paralare dei sette anni, è bene dare qualche informazione relativamente al periodo di età che li precede.

 Il bambino, dalla nascita al cambiamento dei denti, dice Steiner, è uno “scultore”: le sue forze eteriche, le forze plastiche e formatrici sono tutte impegnate a costruire gli organi fisici che decideranno della sua salute fisica futura.

E’ questo il settennio in cui il bambino è interamente pervaso da un forte senso dell’imitazione: attivo nell’impiego delle sue forze eteriche a plasmare e a dar forma, egli è ora abilissimo imitatore.  E di questa sua spiccata facoltà egli dovrebbe fare buon uso, per questo l’adulto ha il dovere di provvedere a che il bambino trovi nell’ambiente in cui vive solo cose degne di essere imitate!

Durante questo primo settennio, dice Steiner, il bambino vive nel sentimento della religiosità del mondo. Indipendentemente da ogni credo confessionale, l’adulto che ha in sé religiosità e moralità è quello che maggiormente potrà svolgere la sua azione beneficamente formativa sul bambino.

Durante questo primo settennio, le esperienze sensoriali sono molto importanti: dal loro sano sviluppo dipenderà in futuro la facoltà di un sano pensare.

L’attenzione che nell’ambiente antroposofico si vuole assegnare a molte cose, quali ad esempio l’uso di materiali naturali, i giochi di un certo tipo, la non visione della tv, ecc…, è finalizzata a questo.

Durante questo primo settennio non si possono utilizzare le forze eteriche del bambino per impiegarle come forze al servizio dell’intelletto, perché esse sarebbero sottratte alla sana formazione dell’organismo fisico.

Solo con il compimento del settimo anno di età e con l’ingresso in una seconda fase di sviluppo, il bambino può essere pian piano avviato all’apprendimento scolastico.

 

 

 

 

 

 

 

 

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"Vi sono bambini che alzano lo sguardo con santo timore a determinate persone che essi venerano. Il rispetto che sentono per tali persone è così grande che nel più profondo del cuore vieta loro di far sorgere pensiero alcuno di critica e di opposizione. Tali bambini diventano giovani ai quali fa bene al cuore poter alzare lo sguardo verso qualcosa che sia degna di "venerazione"..... quella che era venerazione infantile di fronte agli uomini si trasforma più tardi in "venerazione" per la verità e la conoscenza. L'esperienza insegna che meglio sanno tenere alta la fronte gli uomini che hanno imparato a venerare dove la venerazione è al suo posto; ed è al suo posto ovunque sorga dalle profondità del cuore.".

 Rudolf Steiner—Iniziazione

 

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