alcuni cenni al piano
di studi della terza classe nelle scuole Waldorf
scuole Waldorf
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Il compito
dell’educatore si trasforma e si configura in modi diversi secondo l’età del
bambino:
Ø
nel primo settennio compito dell’educatore è il Plasmare
Ø
nel secondo settennio il Vivificare
Ø
nel terzo settennio il Destare
La facoltà che nell’educatore dà la possibilità di plasmare è
l’amore per la Verità, è una grande Moralità.
La facoltà che nell’educatore dà la possibilità di vivificare è
la capacità immaginativa.
La facoltà che
nell’educatore dà la possibilità di Destare è la sua coscienza, la forza del
suo Io.
Ora, vogliamo
prendere in considerazione il programma per la terza classe.
Il programma per la terza classe, che accoglie bambini di nove
anni impegnati nell’importante passaggio del Rubicone, prevede una svolta
rispetto ai primi due anni della scuola dell’obbligo.
Durante il secondo settennio, che, come sappiamo, va dai 7 ai 14
anni, la crescita del bambino prevede due svolte: l’una del nono anno e l’altra
del dodicesimo.
In terza classe, quando il bambino di nove anni, non più
sognante ormai posa i suoi occhi su se stesso e sul mondo e alla sua forza di
imitazione si sostituisce la forza della meraviglia, il piano di studi prevede
una prima apertura a ventaglio delle materie di studio.
Il piano di studio delle scuole Waldorf, relativo agli otto anni
della scuola dell’obbligo, non a torto, è stato paragonato ad un albero: esso
infatti ha già nel tronco tutti gli elementi che via via svilupperà aprendo un
po’ per volta, anno dopo anno, i suoi rami e ramificando sempre più. Mano
a mano che il bambino cresce, crescono
con il crescere delle sue facoltà di comprensione del mondo le materie di
insegnamento e si vanno configurando in modo sempre più dettagliato.
Ad esempio: nella musica, dopo i nove anni, si passa dalla
pentatonica alla diatonica, poiché se è vero che il bambino può ascoltare e
persino imitare qualsiasi tipo di musica, è altrettanto reale e vero che il
tipo di musica di cui la sua anima ancora allo stadio della prima infanzia
possa fare esperienza è solo quello della musica pentatonica.
Così nell’attività dell’acquerello secondo la teoria dei colori
di Goethe, nella quale il bambino è guidato fin dall’asilo, solo ora, dopo il
nono anno si passa dal colore alla forma, la forma comunque sempre nata dal
muoversi del colore.
Così nel disegno di forme
si passa ora dalle simmetrie, -verticali, orizzontali, incrociate – alle forme
più libere rispetto al centro ma che abbiano elementi di corrispondenza tra
interno ed esterno, che si aprano e si chiudano, in modo che nel bambino sorga
il sentimento di una legge interiore in base alla quale alla linea che si
restringe corrisponde, all’interno, una linea che si allarga, si apre. Così nell’educazione fisica: ora che il
bambino di nove anni è inserito nell’elemento spazio tempo, lo si può
introdurre agli esercizi di vera e propria educazione Fisica.
Ogni classe, pur portando
avanti e materie fondamentali, ha delle materie portanti: le cosiddette materie
cardine per anno.
Le materie cardine della terza classe sono: Ambiente, Casa, Agricoltura, Mestieri primordiali.
Ora infatti che il
bambino non s’identifica più con gli elementi della natura, con la luna e con le
stelle…né con gli animali,con il leone e il gatto, con il cane e il grillo…. tanto
per fare esempi. Chi infatti non ha nei
suoi ricordi la felice facoltà imitativa di un bambino che fa la voce del cane
o altro? Ora che il bambino guarda al mondo come fosse la prima volta, lo si
conduce con mano amorevole alla sua conoscenza, condividendo con lui la
meraviglia e la gioia della scoperta. Ed ecco che si guarda insieme a terra
aria vento pioggia nubi neve, ai cicli della natura, alle intime connessioni
tra le piante gli animali l’uomo, al tessere e al mutuo scambio nel mondo tra gli
esseri tutti e gli elementi e il bambino, se ben guidato, scopre il principio
di interconnessione vitale tra mondo minerale, agenti atmosferici ed esseri
viventi, i rapporti reciproci di interdipendenza tra questi stessi, come ad
esempio tra piante e animali. Dalla piccola goccia di rugiada al minuscolo
lombrico si manifesta la vita “sociale” del mondo!
Grande azione educativa!
Non definizioni a memoria, ma osservazione diretta, illuminata dalla viva
“sapienza” dell’adulto che mostra, che guida, l’esplorazione!
Gli elementi, i ritmi cosmici, i comportamenti naturali degli
esseri viventi, dalle piante agli animali e all’uomo stesso sono rassicurante
prova di amore e socialità nel mondo, dove tutto ciò che tramonta o muore
preclude ad un nuovo sorgere e ad un nuovo nascere.
Il bambino di terza classe fa l’esperienza dei mestieri primordiali:
lo si conduce dal fabbro, dal falegname, dal sarto, dal pastore, …. Egli stesso
ara, semina, falcia il grano seminato, lo riduce in farina, ne fa il pane e lo
divide e ne porta un pezzetto a casa propria. Il bambino costruisce un muro,
una piccola casa, una fontanella in muratura…
Egli, come Caino, comincia la sua vita sulla terra dai primordi…
Ma, mentre il maestro lo conduce attraverso queste esperienze pratiche, lo
conduce pure alla scoperta di tante cose sui mestieri! Allora si vedono questi
bellissimi quaderni, che sono come dei diari di bordo, crescere in bellezza con
i loro disegni colorati di bambini che lavorano, di attrezzi primordiali … e
s’imparano tanti, tanti termini nuovi!
E’una sensazione molto
bella per l’insegnante sentire che i piccoli ora, quando parlano tra loro,
usano con grande precisione parole come scalpello, succhiello, punteruolo….
I mestieri primordiali sono di tre tipo:
Ø attinenti alla nutrizione:
contadino, ortolano, mugnaio, panettiere, vergaro, fornaio..
Ø attinenti al vestire:
sarto, calzolaio, tessitore, filatore..
Ø attinenti all’abitare:
muratore, falegname, carpentiere, fabbro…
Il contadino che lavora la terra rendendola fertile è come il
sacerdote che compie il “sacro gesto” della semina, da cui nasce l’alimento
della vita.
Il mugnaio che schiaccia e sminuzza, rendendo il chicco farina è
come l’uomo che non si accontenta di accogliere la cosa così com’è, ma vi
riflette e vi lavora per poterne trarne il meglio il di più.
Il fabbro che forgia il ferro è come colui che usa la forza di
volontà per piegare le difficoltà.
Il muratore è l’immagine
archetipica dell’incarnazione: l’essere incarnato che lascia il mondo d’oro, il
paradiso terrestre, per vivere quello terrestre: l’Adamo .
Così, facendo
sperimentare tutto questo al bambino, lo si accompagna con reale e profondo
sentire morale al suo ingresso nella vita terrestre.
Ripercorrendo con la memoria l’intensa attività pedagogica della
terza classe, mi viene in mente che la semina fu un momento di grandissima
emozione.
Si era lavorato molto sull’argomento inerente ai cicli, al
suolo, ecc si era giunti a buon punto col racconto biblico, si era raccontato
veramente tanto, si era confezionato per ciascuno una piccola sacca dove
mettere il seme e si era parlato del gesto del seminatore…. Si era imparata a
memoria la poesia I seminatori di Gabriele D’Annunzio (a nove anni l’insegnamento
linguistico assume connotazioni nuove e all’elemento ritmico si aggiunge
l’elemento plastico)…insomma si era preparato con cura tutto. I bambini,
ciascuno con la sacca che si era confezionata con le proprie mani a tracolla,
contenente il prezioso seme, uscirono dall’aula in quella mattinata di sole in
fila, silenziosissimi. Arrivati di fronte al pezzettino di terra che essi
stessi avevano arato, con gesto antico e con ritmico canto come tanti piccoli
sacerdoti lanciarono i semi nei solchi.
Un di loro pianse di commozione.
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" Nel secondo settennio il bambino è soprattutto artista.
In questo secondo settennio, nella parte organica, si sviluppano i rapporti tra
circolazione e nutrizione, circolazione e respirazione, dunque il ritmo, la
parte ritmica, assumono nella sua educazione un ruolo di grande importanza. Lo
sviluppo naturale di questo ritmo fa del bambino un artista. La stimolazione di
queste forze ritmiche, che stanno crescendo in lui, è ciò che si deve fare. Per
cui non dobbiamo imporgli l'intelletto ma dovremmo suscitarlo!”
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nella
pedagogia di Rudolf Steiner e nel conseguente piano di studi che prevede una
didattica ed un metodo in accordo con la stessa, si distinguono, all'interno
del secondo settennio, dai 7 ai 14, anni tre momenti:
quello dei 7,
dei 9,
dei 12 anni,
momenti che coincidono con salti di crescita
e di trasformazione del bambino, tali da imporre dei mutamenti anche
nell'azione pedagogica a lui rivolta e nell'insegnamento a lui proposto.
Non che gli anni intermedi non presentino
caratteristiche proprie, degne di essere rilevate, ma queste sono da vedere più
come i primi segni di ciascuna delle suddette trasformazione che vanno
preparandosi nel bambino.
Prima
di paralare dei sette anni, è bene dare qualche informazione relativamente al
periodo di età che li precede.
Il
bambino, dalla nascita al cambiamento dei denti, dice Steiner, è uno “scultore”:
le sue forze eteriche, le forze plastiche e formatrici sono tutte impegnate a
costruire gli organi fisici che decideranno della sua salute fisica futura.
E’ questo il settennio in cui il bambino è
interamente pervaso da un forte senso dell’imitazione: attivo nell’impiego
delle sue forze eteriche a plasmare e a dar forma, egli è ora abilissimo
imitatore. E di questa sua spiccata
facoltà egli dovrebbe fare buon uso, per questo l’adulto ha il dovere di
provvedere a che il bambino trovi nell’ambiente in cui vive solo cose degne di
essere imitate!
Durante questo primo settennio, dice
Steiner, il bambino vive nel sentimento della religiosità del mondo.
Indipendentemente da ogni credo confessionale, l’adulto che ha in sé
religiosità e moralità è quello che maggiormente potrà svolgere la sua azione
beneficamente formativa sul bambino.
Durante questo primo settennio, le
esperienze sensoriali sono molto importanti: dal loro sano sviluppo dipenderà
in futuro la facoltà di un sano pensare.
L’attenzione che nell’ambiente antroposofico
si vuole assegnare a molte cose, quali ad esempio l’uso di materiali naturali,
i giochi di un certo tipo, la non visione della tv, ecc…, è finalizzata a
questo.
Durante questo primo settennio non si
possono utilizzare le forze eteriche del bambino per impiegarle come forze al
servizio dell’intelletto, perché esse sarebbero sottratte alla sana formazione
dell’organismo fisico.
Solo con il compimento del settimo anno di
età e con l’ingresso in una seconda fase di sviluppo, il bambino può essere
pian piano avviato all’apprendimento scolastico.
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"Vi
sono bambini che alzano lo sguardo con santo timore a determinate persone che
essi venerano. Il rispetto che sentono per tali persone è così grande che nel
più profondo del cuore vieta loro di far sorgere pensiero alcuno di critica e
di opposizione. Tali bambini diventano giovani ai quali fa bene al cuore poter
alzare lo sguardo verso qualcosa che sia degna di "venerazione".....
quella che era venerazione infantile di fronte agli uomini si trasforma più
tardi in "venerazione" per la verità e la conoscenza. L'esperienza
insegna che meglio sanno tenere alta la fronte gli uomini che hanno imparato a
venerare dove la venerazione è al suo posto; ed è al suo posto ovunque sorga
dalle profondità del cuore.".
Rudolf Steiner—Iniziazione
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